La Via Valeria

La grande strada:  vita e anima del paese

La storia di Riofreddo è stata fortemente influenzata dalla grande via Tiburtina-Valeria costruita dagli antichi romani e utilizzata sino ad oggi con alcuni cambiamenti di percorso. Tratti abbandonati del manufatto romano sono ancora visibili in vari punti del territorio comunale.

Riofreddo, nei secoli passati, per la sua particolare posizione geografica, si distingueva dai paesi limitrofi per essere al tempo stesso luogo di confine e di passaggio. Era infatti l’ultimo Comune appartenente allo Stato Pontificio, e perciò sede già nel ‘700 di una dogana di Finanza ed era in più attraversato dalla più importante arteria di comunicazione e di commercio tra lo Stato della Chiesa e le province abruzzesi del Regno di Napoli, la via Valeria.

Il percorso di questa strada, nel viaggio da Tivoli verso l’ormai prosciugato Lago del Fucino, era del tutto simile a quello odierno, almeno fino a Ferrata, che trovandosi alla biforcazione tra la via Valeria Vetus e la Valeria Nuova, con la sua osteria, il suo forno e la sua moletta era una tappa obbligata per ogni viandante. Da qui la via Valeria salendo tra i monti, penetrava nel territorio di Riofreddo; passava presso l’eremo di s. Maria, entrava nel borgo del paese dalla porta di s. Caterina, ne usciva passando accanto all’ospedale dell’Annunziata. Di qui proseguiva verso il quadrivio vicino s. Giorgio, dove veniva incrociata dalla Valeria Nuova, che attraversava Arsoli, per arrivare infine a Rio Torto, il confine con Oricola e cioè con il Regno di Napoli.