L'ospedale di Riofreddo •
Personaggi illustri •


 

Gaetano Donizetti, Luigi, Antonio e Virginia Vasselli

Il legame del compositore Gaetano Donizetti (Bergamo 1797 - 1848) con Riofreddo è dovuto a due fratelli: Antonio (detto Tòto, Roma 1793 - 1870) e Virginia Vasselli (Roma 1808 - Napoli 1837). Il primo divenne uno dei più cari amici del compositore, la seconda sua moglie. Entrambi erano nati a Roma come il loro padre Luigi Vasselli, figlio dell’avvocato Francesco Vasselli, nativo di Riofreddo. La famiglia di Luigi Vasselli, sebbene residente nella capitale, mantenne sempre stretti rapporti con Riofreddo. Donizetti visitò certamente il paese di sua moglie, forse nel febbraio 1828. Il compositore, fidanzato ormai ufficialmente con la giovane Vasselli, doveva recarsi a Genova per l’inaugurazione del teatro Carlo Felice. Da Napoli fa tappa a Roma dove arriva il 2 febbraio. Nella capitale viene solo per rivedere Virginia che il 1° giugno diventerà sua sposa. Nell’archivio parrocchiale di Riofreddo, risulta che Virginia il 17 febbraio è la madrina di battesimo del piccolo Domenico Lucilla, e si trovava quindi in paese. Probabile che Gaetano, che era venuto a Roma esclusivamente per Virginia, abbia perciò accompagnato o raggiunto la fidanzata a Riofreddo fermandosi qualche giorno. Una testimonianza importante del soggiorno riofreddano di Donizetti fa bella mostra di sé su via Valeria, sopra il portone al numero 60. L’edificio su cui sorge l’epigrafe è uno dei più belli del paese e si svolge su via Valeria dal numero civico 56 fino al 66. Donizetti nella sua visita a Riofreddo fu ospitato qui perché Luigi Vasselli era il proprietario di uno degli appartamenti del palazzo. Quasi tutto il resto dell’edificio era, ed è tuttora, proprietà della famiglia Roberti fin dal 1649, anno in cui fu acquisito dai precedenti possessori, i Blasi. I riofreddani dedicarono all’illustre ospite la loro piazza più bella, quella che da sempre era semplicemente chiamata piazza del forno e che ancora oggi si chiama “Piazza Donizetti”.

• Piazza Donizetti

• Piazza Donizetti visita virtuale

Luigi Fabiani

“A' nostri giorni di Riofreddo inoltre fiorì Luigi Fabiani valente pittore, che si distinse negli ornati e nell'esprimere al vero gli animali, e perciò lodai nel vol. L, p. 269.” (Moroni) Nato nel 1741 arricchì la prima galleria bella Biblioteca Vaticana, nell’edificio di Paolo V, tra l’appartamento di S. Pio V e la galleria di Gregorio XIII.

 

Luigi Presutti

Vincenzo Federici, nel Necrologio pubblicato sull’Archivio della Società Romana di Storia Patria,  illustra brevemente la figura di questo illustre studioso: “Nato a Riofreddo il 6 giugno 1857, si spense a Roma l’11 dicembre 1943. Fu socio ordinario della reale Società Romana di Storia Patria e collaborò ai lavori della Società illustrando per l’Archivio (vol. XXXII, 395; XXXIII, 313; XXXV, 101) le origini del Castello di Riofreddo e i Colonna di Riofreddo (secoli XIII e XIV). Negli ultimi anni di vita (dal 15 marzo 1937) fu anche ascoltato Membro del Consiglio della sezione Tiburtina della nostra Deputazione. Educato all’erudizione storica dall’esempio del Cardinal Di Pietro suo zio materno, dette per 33 anni (1895-1927) la sua attività scientifica all’ordinamento delle collezioni storiche dell’Archivio Segreto Vaticano, di cui fu scrittore e dove rimangono di lui anche gli schedari degli ‘Istrumenta Miscellanea’ dal n° 1 al n° 6564. Sono noti di lui anche i due volumi sulla storia di Vivaro e su quella di Cave. Interessante anche lo studio storico-critico sulla Francesca da Rimini di Gabriele D’Annunzio. Membro della Pontificia Accademia di Religione Cattolica dal 1913, Ispettore onorario dei monumenti di Riofreddo, tutta la sua vita operosa spese all’incremento dei suoi studi prediletti”. Di Presutti parla anche G. A. Rossi in  Ricerche Studi Informazioni, bollettino della Società riofreddana di storia arte cultura, n. 17, Riofreddo, 1992, p. 3.

Andrea Conti (Riofreddo 10 aprile 1766 - Roma 12 febbraio 1840)

L’insigne astronomo Andrea Conti ebbe in Roma la cattedra di scienze fisico-matematiche al Liceo Gregoriano; e, prima discepolo poi amico e collega inseparabile del famoso Calandrelli, diresse insieme con lui la Specola fino al 1824. Fu Presidente del Collegio filosofico e socio dell’Accademia italiana dei Quaranta.

Domenico De Sanctis

L’Abate Domenico De Sanctis nacque a Riofreddo il 29 aprile 1721 e morì a Roma il 31 dicembre 1798 (la tomba è nella chiesa dei Santi Simone e Giuda). Fu avvocato curiale, archeologo, letterato, arciprete della Cattedrale di Tivoli e dal 17 giugno 1767 beneficiario della Basilica Vaticana. Nel 1761 pubblica la Dissertazione sopra la villa di Orazio Flacco. Altre sue opere: Del Sepolcro de’ Plauzi in Tivoli, D’Antimo città e municipio de’ Marsi.

Francesco Antonio Sebastiani

Nacque a Riofreddo il 14 Giugno 1782 e morì il 30 ( o 21?)  Novembre 1821. Figlio di Vittorio Sebastiani e di Marsilia Agostini, fu settimo di 11 fratelli. Dagli scarsi documenti ritrovati sappiamo che nel 1802 (lettera del 4 agosto) abita a Trastevere, sta studiando Medicina a Roma, vuole diventare Medico Assistente e si lamenta di non avere mezzi e libri. Nel 1813 stampa  "Romanorum plantarum fasciculus primus", a cui segue nel 1815 "Romanorum plantarum fasciculus alter", in cui si occupa delle piante del Colosseo. Tra il 1813 e il 1820 ricopre l'incarico di Direttore dell'Orto Botanico della Sapienza di Roma. In una lettera dell'8 Aprile 1818 comunica le sue intenzioni di sposare Caterina del Grande e parla di dare alle stampe un libro sulle piante dello Stato Romano. Questa opera a nome suo e del Mauri viene data alle stampe nell'ottobre 1818 e si intitola "Florae romanae prodromus".  Nell' ottobre 1819 pubblica il lavoro "Esposizione del sistema di Linneo", opera destinata agli studenti della Facoltà di Medicina, in cui, in qualità di medico primario dell'ospedale di San Giovanni Laterano, tratta gli usi e rimedi delle piante spontanee ed esotiche presenti nell'Orto Botanico di Roma. In questa opera si può osservare la sua esatta conoscenza delle piante e la sua prudenza nel somministrare piante di cui non si conoscano in maniera documentata gli effetti sicuri o che possano risultare pericolose.