L'ospedale di Riofreddo •
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L’Ospedale di Riofreddo

Nel medioevo esiste una rete di ospedali sul territorio che porta a Roma: uno dei più antichi, l’Annunziata di Tivoli già esistente agli inizi del XV secolo ha lo stesso nome dell’ospedale Riofreddano che verrà fondato, o rifondato, nel 1422 dal miles Antonio Colonna (1421-1433) parente del pontefice Martino V (1417-31).

Nel 1471 tale ospedale, con Bolla di Paolo II, viene unito al protomonastero di S. Giorgio; nel 1569 vengono stilati i suoi regolamenti, rivisti nel 1582 e riformati nel 1817.

L’interesse per l’ospedale sembra calare nel XVII secolo periodo che travolge, in una crisi più generale, le istituzioni minori rette, spesso, da confraternite locali il cui indebolimento porterà alla chiusura degli “ospedaletti”ed all’incorporamento dei maggiori, come l’Annunziata di Tivoli, unito da monsignor Antonio Fonseca all’ospedale di S. Giovanni.

Nel 1707, dopo anni d’interruzione, riappare nuovamente nei libri consiliari la carica di “santese” dell’ospedale; questi devono amministrare le rendite, assistere i bisognosi, mantenere le suppellettili, annotare le entrate e le uscite in un libro supervisionato dai Massari.

I compiti dell’ospedale medievale, un tempo presente in ogni paese si riscontrano nei libri contabili conosciuti a partire dal 1786 che utilizzano le rendite dei beni amministrati per la manutenzione delle chiese dell’Annunziata e di S. Caterina, con l’acquisto di cera e“girelle” per le festa, delle chiese dell’Immagine, di S. Maria dei Fiorentini e della Maddalena.Gli introiti restanti servono per le cure degli infermi, a cui vengono somministrati salassi, piccoli interventi chirurgici, ortopedici o ingessature; per pagare il medico, il chirurgo, lo speziale che fornisce medicine, il parroco e il sacrestano che dicono messa ed amministrano i sacramenti, le balie locali che allattano i bambini di passaggio, i trasportatori che portano neonati ed infermi a Roma, a Tivoli, a Carsoli, i fornitori di letti, lenzuola, coperte.

Più in generale l’ospedale di Riofreddo sembra percorrere la storia degli ospedali decentrati che alleggeriscono la pressione sugli ospedali romani prestando le cure a domicilio e le cure ai malati meno gravi, allattando i bambini abbandonati nel lungo cammino verso l’ospedale di S. Spirito di Roma, portando, con carrettieri specializzati i malati più gravi, o i proietti, negli ospedali maggiori.