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S. Maria dei Fiorentini •
S. Nicola •
Oratorio della SS. Annunziata •

 

La Chiesa parrocchiale di S. Nicola

“Il culto di S. Nicola perviene e si sviluppa conseguentemente all'incastellamento - quindi dopo la traslazione delle reliquie del santo a Bari (anno 1087) -  aggiungendosi ai già presenti culti per Marco, Giorgio ed Elia. Il culto per il nuovo santo quindi non si sostituisce a quelli fino ad allora venerati ma, convivendo con i precedenti esiti cultuali, trova spazio nella devozione popolare che ad esso dedica la nuova chiesa sorta accanto al recente castello. Infatti nel culto a Nicola appaiono del tutto assenti quei legami con il mondo agricolo che invece si trovano evidenti nelle manifestazioni religiose dedicate agli altri santi di Riofreddo. Al santo titolare della chiesa del castello veniva affidata la funzione di coesione tra le varie componenti della comunità che si era andata a costituire. È per tale motivo che la scelta cadde su S. Nicola: nell'attualità di allora (XI sec.) esso era pervenuto ad un grado di diffusione e popolarità tale da ritenerlo adatto a questo scopo.” (Alessandri, 1992, pp.158-9)  

La chiesa antica

“L'antica chiesa arcipretale di Riofreddo dedicata a S. Nicola di Bari era situata dove ora esiste la moderna, vicino la Porta e fuori delle mura dell'antica Rocca. Le rozza facciata orientale aveva due porte che davano l'ingresso separato agli uomini ed alle donne: due archetti piantati nella sommità della facciata servivano di campanile, e le corde delle piccole campane, una del peso di libbre 50 e l'altra di libbre 7 pendevano allo scoperto nell'interno della chiesa: il cielo era a tetto;il pavimento tre palmi romani al di sotto la porta: era corredata di sette cappelle con altari senza sfondo, senza navate, e senza disegno. Oltre le sei seppulture delle famiglie distinte del paese, ve n’erano un filo di mezzo per la comune del popolo, i laterali dell'Altar maggiore davano l'ingresso nell'Oratorio delle compagnie del SS.mo Sagramento e Rosario, e nella povera sagrestia. Rimane incerta l'epoca della edificazione, e non vi sono documenti se era stata consagrata.”  (B. Sebastiani, 153-4).

La chiesa attuale

“Questa fabrica così rozza, e malissimamente tenuta, che formava l'idea d'una chiesa rurale, cambiò alquanto d'aspetto per la pietà della famiglia Blasi di Riofreddo, e per la munificenza del sempre commendabile Arciprete de Felicibus, prese la nobil forma che ha presentemente.” (B. Sebastiani, 154). “Nell'inverno del 1755 l'enorme peso della neve fece crollare i travi della chiesa”. (B. Sebastiani, 155).

“Il De Felicibus assunse l'impegno, e disegnò una chiesa tutta nuova, di buon gusto, con volta, con ornamenti di stucco, con navate, in modo, che venisse a perdere affato l'idea di prima. Fatti i corrispondenti preparativi nella primavera del 1755 fu messo mano al lavoro; egli l'arciprete benedisse, e collocò la prima pietra fondamentale. L'esecuzione del grandioso disegno esiggeva gran somma di denaro. L'Arciprete oltre che v'impiegò l'intiere rendite della cura, vi sacrificò anche quello dell'eredita paterna in Petescia [Turania] non ostante vi fu bisogno, di volontarie contribuzioni.” (B. Sebastiani, 156).

“Mastro Bernardino Colozzi di Poggio Cinolfo regolò la fabrica in qualità di capo mastro. I lavori di stucco furono fatti dai migliori stuccatori di Roma. Mastro Bernardino Del Sole Scarpelino di Riofreddo travagliò le pietre della porta della chiesa; il Paliotto di marmo dell'altar maggiore; la gradinata ed il balaustro. I padronali delle sei cappelle fecero a conto loro tutti i lavori di stucco, di pietre, e di marmi, e lapidi nelle sei seppolture delle loro famiglie situate avanti le cappelle. Collocò ciascun di essi un banco di noce nei pilastri divisori le cappelle. Ebbero tutto l'impegno di provvederli di buoni candelieri e di migliori quadri.” (B. Sebastiani, 159).

“Il giorno 21 settembre 1771 fu consagrata a rigoroso  digiuno, e si tenne in detto giorno nella nuova chiesa una piena ordinazione di chierici, di Suddiaconi, Diaconi, e Sacerdoti, con gran concorso di Preti, e Parochi dei vicini paesi. Nel giorno 22 sulle ore 10 si diede principio alla solenne consagrazione, che termino alle ore 18.” (B. Sebastiani, 160).