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La Chiesa di S. Maria dei Fiorentini

“La chiesa dedicata a Maria SS. Delle Grazie in Plaga Florentilli e perciò chiamata comunemente S. Maria dei Fiorentini, sorge su quello che si ritiene fosse il tracciato più antico della romana Via Valeria. Il sito fu fino al secolo scorso molto frequentato perché vi transitavano tutti coloro che, proveniendo dall’Abruzzo o dalla valle del Turano, si dovevano recare a Roma - e viceversa - e tanto più perché consentiva di abbreviare notevolmente il percorso, evitando di passare per Arsoli.” (Alessandri, 1989, 3). La leggenda vuole che, in una nicchia naturale della roccia sul retro della chiesetta, venisse trovata una statua lignea della Madonna di origine fiorentina la quale riportata a Firenze, dopo poco tempo, miracolosamente ritornò nella cavità di roccia nella quale era stata originariamente trovata. La statua venne poi trasferita nella chiesa parrocchiale da dove fu trafugata nella notte del 19 marzo 1980. Quella attualmente venerata è una copia fedele dell’originale, eseguita dallo scultore di Ortisei Giuseppe Stuflesser. Sulla chiave di volta dell’arco del portale d’ingresso della chiesa si trova la seguente rozza incisione:  “A 1558 M”. “Come si apprende dalla visita pastorale del 1659 fatta dal vescovo Marcello Santacroce, in onore di S. Maria dei Fiorentini si organizzavano due processioni, una nel giorno della Rogazioni e l’altra in quello della natività della Beata Vergine. Queste due processioni sono le stesse che si celebravavano fino a pochi anni orsono quando il 24 aprile (il giorno dopo la festa patronale di S. Giorgio) la sacra immagine della Madonna veniva da questa piccola chiesa trasportata in quella parrocchiale, ove rimaneva esposta alla venerazione dei fedeli fino al lunedì seguente la prima domenica di settembre quando, sempre processionalmente, veniva ricondotta alla chiesa a Lei dedicata. I giorni in cui si svolgevano le due processioni danno a questo culto un carattere prevalentemente agrario che, nel caso delle Rogazioni, si riallaccia alle pagane Rubigalia. Le date delle due processioni risultano leggermente spostate rispetto a quelle ufficiali del 25 aprile (Rogazioni) e dell’8 settembre (giorno della natività della Vergine). Ciò si potrebbe attribuire al fatto che, nel primo caso, in quello stesso giorno si celebrava la festa di S. Marco, compatrono del paese, e nel secondo forse si voleva collegare l’avvenimento con la fiera che si svolgeva (e si svolge ancora) la prima domenica di settembre, alla chiusura della stagione dei raccolti. Nel 1752, con le rendite dell’ospedale di Riofreddo, venne costruita la fabbrica ad essa attigua dove solevano abitare gli eremiti. Sulla porta della chiesa una piccola lapide ricorda che la campana fu “fatta da’ bifolchi l’anno 1766”. (Alessandri, 1989, 3).

Attualmente la campana è conservata nei locali del Comune. “Subito dopo la porta d’ingresso, a destra, era inserita una splendida acquasantiera in marmo bianco, datata 1754, che però è stata trafugata. Lungo le pareti vi erano delle incisioni che rappresentavano la Via Crucis, opere di Pietro Leone Bombelli, Angelo Campanella e Francesco Pozzi. Completavano l’arredamento alcuni candelieri, ex voto appesi alle pareti ed altri oggetti sacri (i quadri e questi arredi sono conservati nel convento delle suore per proteggerli dai furti).” (Roberti, 1981).

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