Paleontologia •
Gli Equi •
I siti archeologici •
La romanizzazione •
L'età Romana •

 
L'età Romana

Dopo l’apertura della via Valeria si superò in parte, nel corso del III-II sec. a. C., l’antico assetto paganico-vicano del territorio mediante la fondazione della colonia di Carsioli (298 a. C.) e l’impianto di unità produttive sparse basate sullo sfruttamento della terra (villae rusticae).

La ricerca topografico-archeologica nella zona di Riofreddo è ancora molto indietro, ma alcuni reperti sporadici e soprattutto le evidenze di contesti territoriali vicini consentono di affermare che anche lungo il tracciato della Valeria sorsero, soprattutto nel II sec. a. C.-I d. C., varie ville, le quali costituirono, insieme all’allevamento e allo sfruttamento del bosco, la principale attività economica della popolazione locale. Si trattava di fattorie con stanze d’abitazione per il proprietario (pars urbana) e ambienti destinati alla lavorazione-conservazione dei prodotti agricoli (pars rustica), in genere costruite su platee terrazzate e con cisterna separata per la raccolta dell’acqua piovana; una, di cui resta il perimetro a blocchi di pietra, sorgeva in loc. Antignano. Da altri siti provengono frammenti di pavimenti, intonaci ed elementi decorativi.

La gestione era a conduzione familiare, essendo la proprietà di piccola o media estensione, integrata da pochi schiavi; le colture comprendevano modesti oliveti, frutteti, vigneti, campi a legumi e cereali, cui si affiancavano allevamento di greggi, produzione di legna (attestata da iscrizioni della vicina Carsioli), caccia. I prodotti erano destinati all’autoconsumo, ma potevano essere indirizzati anche – tramite la via Valeria – su Tibur (Tivoli) e Roma.

La diffusione della villa è evidenziata altresì dal rinvenimento di parti di sepolcri, che sorgevano all’interno dei fundi agricoli, prefenzialmente lungo la strada: si segnalano blocchi di sepolcri con fregio dorico (fine I sec. a. C.-inizi I d. C.) e il cippo del recinto di una tomba , entrambi murati in paese.

La costruzione di quattro importanti acquedotti pubblici (Anio vetus 272 a. C., Aqua Marcia 144 a. C., Aqua Claudia e Anio novus 38-52 d. C.), che seguivano il tracciato della Valeria, diede alla valle dell’Aniene un ruolo di primo piano.

L’arco di vita delle ville copre tutta l’età imperiale fino in epoca tarda, come documentano numerosi frammenti di vasellame di uso domestico in ceramica comune e fine e monete databili fino al III-IV secolo. Il diruto convento altomedioevale (IX secolo) di S. Giorgio, che riutilizza nelle sue strutture copioso materiale antico, fu l’ultimo erede della tradizione agricola delle villae .